Стихотворения Марии Луизы Спациани (на итальянском языке)

Стихотворения Марии Луизы Спациани (на итальянском языке)

Nel consuntivo

Ho avuto piu di quanto meritassi,
amori, viaggi, e ho scritto trenta libri.
Quasi ogni giorno un peso memorabile.
Difetta solo, ormai, l’impercettibile.
Io gli dicevo “vieni” e lui veniva
Con la leggerezza dell’arcangelo.
Nel consuntivo dei bei giorni andati
Solo la leggerezza e da rimpiangere.

 

Se dovessi rivivere

Lo so, lo so, inutilmente cerchi
nella nebbia d’autunno le violette.
Foglie brunite cadono, e ciascuna
e un foglio del vissuto calendario.
Se dovessi rivivere vorrei
Essere papa, astronomo o pirata.
Perche la sorte che mi fu concessa
rifiuterа di essere copiata.

 

Ubi consistam

Transitano primavere in pieno inverno.
Il cuore della terra si riscalda.
Saltano gli orsi da una lastra all’altra.
Il mare e traditore.
Ubi consistam? Noi, intrappolati
nel pianeta impazzito, con potenti
radar e telescopi supplichiamo,
smarriti, la voragine dei cieli.
E come magrebini o tunisini
sognamo un’altra sponda. Ardentemente
vogliamo sopravvivere.

La mia ombra

Io cammino pestando la mia ombra.
Non ne usciro nemmeno per un metro.
Ho paura di perdere me stessa
o mi spaventa l’orizzonte.
Vorrei vederla sciogliersi, dissolversi
questa sagoma nera, emblema del mio peso.
So di essere altro, un puro spirito.
Attenta ad inciampare.

La tramontana

La tramontana rode anche la luna,
sopravvivere scornata anche la capra,
infausto Capricorno che trascina
come Ettore il suo corpo smembrato –
E sbarro le persiane, passi in fretta
questa notte di schianti e presagi,
mentre un solo presagio, il piu improbabile,
con un bacio supremo mi addormenta.

Le ventitre al campanile

La lettera spedirla, non spedirla
gronda sangue da ogni parola.
Immaginare lui mentre la legge,
registrare quei battiti del cuore.
Avevo costruito una piramide
trasparente come quella del Louvre.
Un colombo potrebbe non vederla,
cade stecchito se vi si precipita.
Continuare ad amare mentre battono
le ventitre al campanile. Mentono
le orecchie, io lo so. Di questo buio
faccio un pianoro di narcisi.
Prendo il mio cuore fra le braccia, cullo
questo figlio che ha la mia etа.

A volte la discesa

Scendere nel profondo trovo ostacoli
di macerie, di tronchi e roccia dura.
Lo scandaglio s’inceppa, e disperante
la punta che va in pezzi.
Elettrizzante, buffa, musicale,
a volte la discesa e un godimento.
Pero nella memoria niente resta,
come un amore senza patimento.